Simeone Gliubich
Un traduttore latino di Omero Raimondo Cunich
Nato nel 1719 il 24 gen. in Ragusa, gesuita, fu sommo poeta e grecista nell’età che visse. Educato alla scuola di Ruggero Boscovich, che con vero amore patriottico gli svelava i penetrali delle matematiche sublimi e lo piegava a studiare i metafisici e fisici moderni, venne spedito ad insegnar la grammatica a Fermo per un anno, e quindi le umane lettere a città di Castello, e finalmente a Firenze, ove fra i capi d’opera di pittura e di scultura potentemente educò il suo gusto a tutte le gradazioni del bello. E tale vantaggio ne ricavò, che datosi a poetare in latino, in età ancor giovanile potè ritrarre al vivo la grazia, la morbidezza e l’affetto delle opere di Catullo, sulle cui traccie si poneva. Perciò tosto si fece gran nome con alcune elegie, che mal grado suo furono date alle stampe. Richiamato intanto a Roma a compiere il corso teologico, fu destinato dopo due anni ad insegnare la retorica. E siccome l’affetto per la poesia cresceva in lui e l’ingegno modellavasi su quanto v’ha di più perfetto in natura e di bello nelle opere degli antichi, così l’immortal Canova ed i più celebri pittori di Roma ambivano la sua amicizia e consultandolo, si persuasero, che quel gusto per cui si distinguono i poeti originali, è quel medesimo, che guidò la mano di Fidia e di Apelle. Le prime sue fatiche consacrò alla traduzione di alcuni squarci dal greco in verso latino, e riscosse avendo le lodi di vari distinti personaggi, si diè a completare una raccolta dei greciepigrammie laversione dell’Iliade, e quindi ad istanza di S. E. il Sig. Baldassare Odescalchi duca di Bracciano e della nobile Sig.ra Maria Pizzelli si risolse di consegnarlo alle stampe. Affranto dalle fatiche e dagli anni, morì nel 1794, lasciando grande desiderio di sè in Roma. Dettò molteelegiestampate in varie raccolte a Roma, in Verona ed altrove, in cui adattandosi meravigliosamente a tutti i diversi andamenti e vicende di tal genere di poesia, introdusse nel Lazio il carattere e lo stile sopratutto del greco Callimaco, e un certo disordine delle passioni, che genera grazie e perfezione. E quindi in lui unità, gradazione di pensieri, sceltezza d’espressione, e intimo legame fra il tutto e le sue parti, dal che fluisce grandezza ed originalità. Le molte migliaia di epigrammi, che dettò e le altre sue produzioni formerebbero dodici volumi. Uscirono alla luce dalle celebri stampe Bodoniane di Parma:la traduzione degli idilli di Teocrito, un volume diepigrammi, un altro dielegieecc. Scrisse pure: alcuneorazioni latine, inedite; una stampata, per l’assunzione al Pontificato di Clemente VIII;la traduzione d’alcuni capitoli del P. Cordarasulla parrucca di Ruggiero Boscovich, e di altre bernesche poesie del celebre Franc. Zanotti;Anthologia sive epigrammata anthologiae Graecorum selecta latinis versibus reddita et animadversionibus illustrata… Romae et Venetiis. Ma l’opera che maggiormente, a sentenza del Cardella, recò al Cunich l’immortalità è stata l’elegantissimatraduzione dell’Iliade d’Omeroin esametri latini, uscita in luce a Roma ed a Venezia. Quest’è l’unica latina di quel signor dell’altissimo canto che degna sia del suo originale, mentre si conserva in essa la maestà e lo splendore del greco poeta, e vi si sente tutta l’armonia e nobiltà Virgiliana. I sentimenti Omerici, le figure le forme del dire, ed anco non di rado le parole medesime sono espresse con somma felicità e fedeltà, senza cader però nel vizio della servile pedanteria, quasi sempre familiare a coloro che vogliono farsi interpreti troppo fedeli; e nel tempo istesso la locuzione, il giro ed il colorito del verso è talmente latino, che sembra di leggere piuttosto un poema originale, che una versione. Insomma essa è in tutte le sue parti così compiuta, e contiene si vari pregi, che servir può di norma a coloro che in simili esercizi bramano di occuparsi. Il Maffei (T. 4, p. 46) lo dice celebre, e la Biog. Univ. Ant. e Mod. (Paris 1816, vol. 17, p. 413)un des meilleurs poètes latins de ce temps.
A Roma leggesi di lui la seguente iscrizione, riportata dal Morcelli Tom. v. p. 112.
MEMORIAE
RAIMUNDI DUNICH
DOMO. SOCIETAS. JESU. ROMAE ALUMNUM
A. PUERITA SUSCEPIT
PIETATIS ET. INNOCENTIAE. LAUDE. FLORENTEM
ARTIBUSQUE. OPTIMIS. IMBUTUM
EDUXIT. AD. GLORIAM
VIXIT. ANN. P. M. LXXVI.
RHETOR, IN. URBE. FUIT. ANN. XXXXV.
QUO. MAGISTRO. CLARI. VIRI. GLORIANTUR.
IDEM. NULLI. POETARUM. LATINORUM SUI TEMPORIS.
SECUNDUS, HABITUS. EST.
DECESS. X. KAL. DEC. AN. M DCC. LXXXXIIII.
BONORUM. OMNIUM. LACRIMIS. HONESTATUS
SODALES. VETERES.
COLLEGAE. MITISSIMO, INTEGERRIMO
FAC. CUR.
Simeone Gliubich,Un traduttore latino di Omero Raimondo Cunich,in:I grandi dalmati nel solco di Roma, Venezia: Soc. Acc. Zanetti Editrice, 1938, pp. 85-88.
Датум последње измене: 2008-07-03 11:45:56